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Antonio Spiriticchio, il fioraio del caso Moro

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La mattina del 16 marzo 1978, il fioraio Antonio Spiriticchio si ritrova, suo malgrado, coinvolto nel sequestro di Aldo Moro.
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Pubblicato: 12/01/21

Il fioraio Antonio Spiriticchio

  Antonio Spiriticchio – oggi deceduto – è un fioraio ambulante che tutte le mattine, a eccezione del lunedì poiché giorno di riposo, si reca in prossimità dell'incrocio tra via Fani e via Stresa con il suo furgone Ford Transit, targato Roma R62867, per vendere fiori.

   Spiriticchio risiede in via Brunetti n. 42 dove , la notte tra il 15 e il 16 marzo 1978, i brigatisti Raffaele Fiore e Bruno Seghetti si recano per squarciare tutt'e quattro le gomme del furgone. Il motivo di questo atto è, nella testimonianza del brigatista Valerio Morucci, riconducibile alla volontà delle Brigate Rosse (BR) di voler evitare che Antonio Spiriticchio, presenza fissa in via Fani, potesse venire coinvolto e ferito nella sparatoria. È anche verosimile ritenere che le BR volessero evitare la presenza di un potenziale testimone.

   Riguardo quella notte, Raffaele Fiore racconta:

   La sera del 15 marzo era già buio anche se non notte fonda, io e Bruno Seghetti ci recammo a bucare le quattro gomme del fioraio che, tutte le mattine, stazionava all'angolo tra via Fani e via Stresa, proprio dove avvenne la sparatoria. Ci eravamo accorti della sua presenza le altre mattine e, dopo una breve inchiesta, appreso dove abitava, avevamo deciso di impedirgli di essere presente quel giorno al solito posto. Bucammo le gomme con un punteruolo. Agimmo di sera anche perché tutti i gommisti erano chiusi e non avrebbe potuto, anche volendo, sostituire le gomme1.

   Sta di fatto che il 16 marzo 1978, Antonio Spiriticchio esce di casa verso le 6.30 del mattino e trova tutt'e quattro le gomme del suo Transit a terra. Contatta un amico gommista, che in poco tempo sostituisce le ruote danneggiate. Il fioraio raggiungerà via Fani solo quando in radio verrà data la notizia dell'avvenuto rapimento di Aldo Moro. Al posto in cui era solito parcheggiarsi Spiriticchio, si trova un'altra auto: la Austin Morris azzurra, targata T50354, di Patrizio Bonanni (sul coinvolgimento della Austin Morris e, più in generale, sul coinvolgimento delle Mini presenti in via Fani durante l'agguato a Moro, è consigliato il seguente post: Le Mini che uccisero Moro).

   La DIGOS scopre dal PRA (Pubblico registro automobilistico) di Roma la ricevuta di una visura della targa del fioraio, richiesta il 28 gennaio 1978 da un non meglio identificato “Ricci”. In merito venne interrogato Gioantonio Rolandi Ricci di Tenaigo, praticante procuratore legale presso l'avvocato Claudio Michenzi, per il quale seguiva le pratiche degli incidenti stradali. In effetti, il 27/6/1977, Antonio Spiriticchio aveva avuto un incidente con l'auto di Alda Colagrossi, la quale però si era rivolta a un altro studio legale, quello dell'avvocato Sotero Salis, che non aveva mai chiesto la visura della targa del fioraio presso il PRA. Interrogato dagli uomini della DIGOS, Ricci dichiarò di recarsi spesso presso il PRA di Roma, ma di non ricordare di aver chiesto quella particolare visura2. Le indagini in merito non sono riuscite ad accertare l'identità dell'autore della ricerca. Non sembra inverosimile ritenere che quel “Ricci” fosse proprio Gioantonio Rolandi Ricci di Tenaigo, il quale ammise di firmarsi proprio in quel modo, e che lo studio legale Michenzi fosse intervenuto nella disputa tra Spiriticchio e Colagrossi in linea non ufficiale.

   Riguardo invece la presenza di Aldo Moro in via Fani, se fosse abituale o meno, Spiriticchio afferma che questi passava “qualche volta con il solo Leonardi” (Oreste Leonardi, uomo della scorta di Moro), e “qualche volta scendeva addirittura a piedi con la moglie che si fermava a comprare dei fiori”. In sintesi, secondo Antonio Spiriticchio, Moro in via Fani “Passava spesso, ma non sempre”3.

 

Note:
1 Aldo Grandi, L'ultimo brigatista, BUR, 2007
2 Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro, 9 dicembre 2014, Doc. N. 134
3 Gino Gullace Raugei, La trappola di via Fani, Oggi

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