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Aldo Moro, causa della morte. Autopsia del presidente DC

di | leTrattative - Blog
La perizie tecniche hanno da sempre cercato di mettere luce sui quesiti più occulti del sequestro Moro: quando, e come, è morto il presidente DC?
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Pubblicato: 18/09/22

Il caso Aldo Moro, in breve

L'onorevole Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana, venne rapito dalle Brigate Rosse il 16 marzo 1978, e da esse tenuto segregato nella cosiddetta “prigione del popolo”. La detenzione durò 55 giorni e si concluse il 9 maggio quando il cadavere di Aldo Moro venne ritrovato all'interno di una Renault R4 rossa, parcheggiata in via Caetani, nella città di Roma. Aldo Moro è in posizione rannicchiata all'interno del portabagagli, adagiato sul fianco sinistro, avvolto in una coperta, il capo abbandonato di lato. La strada si riempie di persone, giornalisti, membri delle forze dell'ordine. Mentre il paese è sotto shock, quello stesso giorno sarebbe cominciata la perizia medico-legale, un attento lavoro di analisi a cui spettava uno dei compiti più difficili: interrogare il corpo di Aldo Moro, per scoprire tutta la verità.

1. L'ispezione del cadavere e l'ora della morte di Aldo Moro

   L'ispezione del corpo di Aldo Moro è avvenuta alle 16,45 del 9 marzo 1978. La salma del presidente DC aveva una temperatura di 32,5°, non livellata a quella dell'ambiente, che si attestava a 22°. I periti collocarono la morte di Moro a non meno di 6 ore dall'esame, ovvero alle 10 del mattino del medesimo giorno. Nella relazione medico-legale del 1978 si richiama tuttavia l'attenzione sul contesto in cui fu trovato Moro, ovvero in un'autovettura chiusa, avvolto in una coperta. Condizioni che – come osservano gli esperti nella relazione – hanno potuto rallentare la dispersione del calore corporeo, mantenendone quindi alta la temperatura. Per queste ragioni venne aggiunto uno scarto di “1-2 ore”1 al precedente calcolo, e la morte di Aldo Moro venne ufficialmente collocata tra le ore 09.00 e le 10.00 del mattino del 9 maggio 1978.

   La perizia effettuata da Alberto Bellocco nel 2016, anticiperà di molto questo orario. Bellocco dichiarerà infatti che il decesso sarebbe avvenuto in un arco di tempo compreso tra le ore 01.50 e le 07.20, con un orario stimabile attorno le 04.35.2

2. L'ispezione dei vestiti di Aldo Moro

   Al momento dell'esame, Moro è vestito di giacca a doppio petto (abbottonata), pantaloni e bretelle, gilè, camicia e cravatta, maglia, mutande corte con mutande lunghe sovrapposte, calze (indossate alla rovescia) e scarpe. Durante l'ispezione, i periti evidenziano che: 1) Il bavero sinistro della giacca presenta 2 fori di proiettile; 2) La cravatta presenta 3 fori di proiettili; 3) Il gilè presenta 11 fori di proiettile (che diventano 12 nel 2016); 4) La camicia presenta 11 fori di proiettile (diventati 12 nel 2016); 5) La maglia interna presentava 11 fori di proiettile (12, nel 2016)

   Inoltre: 1) Sulla giacca si ritrovano numerose formazioni pilifere in parte vegetale3 e frammenti metallici, questi ultimi riconducibili ai proiettili sparati; 2) Nei risvolti dei pantaloni si riscontra del “materiale sabbioso” e una “formazione vegetale tipo “cardo”” (trattasi di Centaurea aspera); 3) La suola delle scarpe, osservata in controluce, fa notare “minuti granellini con riflessi brillanti”; 4) Tra il gilè e la camicia vengono reperiti dei fazzolettini impregnati di sangue, ammassati attorno l'area ferita, come per funzionare da tamponi.

2.1. Il problema della giacca di Moro

   La presenza di soli 2 fori di proiettile sul bavero sinistro della giacca, in contrasto con i 12 fori presenti sugli indumenti sottostanti, ha causato discussione sul fatto se Moro, al momento dell'assassinio, indossasse o meno la giacca, e se questa sia stata fatta indossare dai brigatisti in una fase successiva, mentre Moro era già agonizzante. Probabilmente Moro viene colpito dai proiettili mentre indossa la giacca chiusa. I brigatisti, credendolo morto, decidono di spostarlo all'interno del bagagliaio della Renault R4. Prima di spostarlo, aprono la giacca di Moro, inseriscono i fazzoletti a mo' di tampone sotto al gilè, e introducono Aldo Moro nella vettura. Qui spareranno altri colpi, mentre Moro ha la giacca aperta. I brigatisti infine la riabbottoneranno, facendo ritrovare il cadavere dell'onorevole con tutti gli “indumenti […] regolarmente indossati”4.

2.2. La sabbia sui vestiti

   La perizia dei proff. Gianni Lombardi e Valerio Giacomini5 avrebbe identificato la sabbia ritrovata nel risvolto sinistro dei pantaloni di Aldo Moro, quale “esclusiva della costa tirrenica laziale”. Secondo i periti, ci sono “analogie molto notevoli” con la sabbia reperibile nell'area litorale compresa tra Focene nord e Marina di Palidoro. In questa zona, inoltre, furono rinvenute anche numerose piante di Centaurea aspera “in stadio di sviluppo identico a quello osservato nel capolino rinvenuto nel risvolto sinistro del pantalone dell'On. Moro”6.

3. L'autopsia di Aldo Moro e la causa di morte

   L'autopsia del presidente DC avvenne il giorno successivo al ritrovamento del cadavere in via Caetani. È il 10 maggio 1978. Al momento dell'autopsia l'onorevole Aldo Moro ha la barba incolta, il corpo presenta una rigidità non intensa7, curato nel “senso dell'igiene personale”8, e senza alcuna caratteristica particolare, a eccezione delle lesioni in zona toracica. Infatti nell'area sinistra del petto, in una zona di 18 cm di altezza per 13 cm di lunghezza, ci sono 11 fori di proiettile (nelle perizie successive diventeranno 129). Si tratta dei colpi sparati dai brigatisti. Le radiografie al cadavere di Moro mostreranno che 8 proiettili si trovavano ancora nel corpo. Durante l'autopsia si evidenzia inoltre una ferita sul pollice della mano sinistra, causata da un proiettile: Moro deve essersela causata in un gesto istintivo di difesa, sollevando la mano sinistra in direzione della pistola puntata dal suo assassino. Dall'esame il cuore risulta intatto, non colpito dai proiettili. Questi hanno invece raggiunto il polmone sinistro, causandone il collasso.

Aldo Moro in breve, autopsia

   In ultima analisi, i periti stabiliscono che la causa della morte risale a “una componente emorragica che ha aggravato e complicato ulteriormente lo squilibrio cardio-circolatorio e respirazione ad esso riconducibile”10. In sostanza, Aldo Moro è morto per dissanguamento. I periti inoltre ritennero che il decesso dovesse essere avvenuto entro i 15 minuti dal momento in cui i brigatisti premettero il grilletto.

4. Il luogo dell'assassinio di Moro

   È probabile che Aldo Moro sia morto nella Renault R4, e che – come detto dai brigatisti – l'esecuzione del politico sia stata effettuata nel box-garage in via Montalcini 8.

   Per quanto riguarda l'automobile Renault R4 rossa in cui fu trovato il corpo di Aldo Moro, gli esami effettuati osservarono: 1) La presenza di sangue sul tetto dell'abitacolo nella parte posteriore (pag 753); 2) La presenza di sangue sul vetro posteriore sinistro, con riferimento alla superficie interna dello stesso; 3) La presenza di sangue sul rivestimento in gomma del piano del vano portabagagli.

   Per i periti che analizzarono il cadavere di Aldo Moro nel 1978, la posizione in cui si trovava l'ex segretario DC quando è stato raggiunto dai proiettili era la medesima di quando sarebbe stato rinvenuto il cadavere, cioè steso nel bagagliaio dell'auto11. Le ipotesi che vengono avanzate in questo caso sono 1) che i brigatisti avessero sparato mentre si trovavano all'interno della vettura, sui sedili posteriori; 2) che i brigatisti si trovassero all'esterno della vettura, avessero aperto lo sportello del bagagliaio e quindi sparato a Moro.

   La perizia balistica Bordin del 2016 affermerà invece che Moro si trovava seduto sul sedile posteriore di sinistra della Renault rossa, mentre chi sparava si trovasse sul sedile d'avanti.

   La perizia dei RIS di Roma di pochi mesi successiva, gennaio 2017, non escludeva che, quando colpito dalla prima raffica di colpi, Moro potesse trovarsi in “postura seduta [...] in un qualsiasi altro ambiente”.

   Sempre i RIS hanno poi condotto, il 4 maggio 2017, attività tecniche a Roma, in via Montalcini 8, nel box-garage dove i brigatisti affermarono di aver sparato i colpi contro Moro. Tenendo conto di alcuni cambiamenti strutturali del luogo, i RIS hanno concluso che 1) parcheggiando l'auto in retromarcia nel box, con la saracinesca chiusa, sarebbe stato improbabile aprire e chiudere lo sportello del bagagliaio, in quanto ostruito dalla parete; 2) se la Renault fosse stata introdotta nel box con lo sportello del bagagliaio già aperto, allora è probabile che la saracinesca si sarebbe potuta chiudere, mentre lo spazio per muoversi sul retro dell'auto sarebbe stato poco superiore a 0,40 cm; 3) se l'auto fosse stata parcheggiata in retromarcia con una distanza dalla parete di fondo di 0,51 cm, la parte anteriore della Renault avrebbe sporto verso l'esterno impedendo alla saracinesca di chiudersi completamente.

   I RIS hanno inoltre condotto test di sparo con le armi che nel 1978 furono utilizzate dai brigatisti per uccidere Moro, rilevando che il fragore dei colpi era superiore a quello inizialmente ipotizzato. Usando il silenziatore per una delle armi, che “non si è rivelato particolarmente performante”12, il livello del fragore si presentava comunque rilevante.

   Per quanto risultasse improbabile un'azione omicidiaria nel box-garage, i RIS hanno concluso che non può comunque escludersi che l'esecuzione di Aldo Moro sia avvenuta proprio in quel luogo. Lo spazio di manovra di 0,40 cm, per quanto scarso, non avrebbe infatti impedito a un ipotetico sparatore di concludere la sua azione.

Foto autopsia di Aldo Moro

5. La dinamica dell'assassinio di Aldo Moro

   Se nel 1978 si riteneva che l'onorevole fosse stato attinto dai colpi d'arma da fuoco mentre si trovava già nel bagagliaio, nel 2016 la perizia balistica Bordin ritiene verosimile che egli fosse seduto sui sedili posteriori, mentre i brigatisti sparavano 8 colpi dal sedile anteriore. Moro sarebbe stato poi trascinato nel bagagliaio, dove i brigatisti avrebbero sparato altri 2 colpi, quindi spostato all'esterno della vettura, avvolto nella coperta e ricaricato nel bagagliaio dove, ancora una volta, i brigatisti avrebbero sparato altri 2 colpi13.

   Da gran parte di questa sequenza si discostano i RIS di Roma, che hanno definito la ricostruzione sopradescritta come “prosopopeica”, troppo “categorica”, poiché lo scenario balistico “quantomeno in ragione della sua complessità d'insieme, dovrebbe imporre ponderazione e cautela nell'interpretazione dei vari risultati analitici”14. Secondo i RIS, che nella loro perizia del 31/01/201715 propongono una sequenza priva di ferree certezze, la “fase iniziale della dinamica delittuosa potrebbe esser avvenuta supponendo Aldo Moro seduto sul pianale del portabagagli della Renault 4, sopra la coperta, con il busto eretto e le spalle rivolte verso l’interno dell’abitacolo. Non si può tuttavia escludere che la vittima abbia assunto una postura seduta con il busto eretto in un qualsiasi altro ambiente”. I RIS ritengono che è possibile che nella fase iniziale siano stati sparati 3 colpi, e che in una fase successiva Moro fosse stato posto in posizione supina nel vano portabagagli, adagiato sulla coperta, e che qui sarebbero stati sparati i restanti colpi. “Al termine dell’azione delittuosa – scrivono i RIS – è immaginabile che la vittima sia stata sistemata a forza nel vano portabagagli con le gambe flesse all’indietro e anche facendole compiere una rotazione antioraria del busto”.



1 Relazione medico-legale in ordine alla morte di Aldo Moro, disponibile al link: https://www.senato.it/service/PDF/PDFServer/BGT/908826.pdf, p. 736

2 Bellocco, A. 2016. Primo parere pro veritate in merito all'omicidio dell'On. Aldo Moro. Disponibile al link: https://gerograssi.it/alberto-prof-bellocco-domodossola-vb-parere-proveritate-sullomicidio-di-moro-3-giugno-2016/

3 V. nota 1, p. 686

4 V. nota 1, p. 692

5 Relazione su indagini da laboratorio eseguite dai periti proff. Valerio Giacomini e Gianni Lombardi su reperti in ordine alla morte di Aldo Moro. Il documento è reperibile, in PDF e a p. 32 dello stesso, al seguente link: https://www.memoria.san.beniculturali.it/documenti-online/-/doc/detail/202/046%20%20volume%20XLVI?

6 Ivi, p. 62

7 V. nota 1, p. 695

8 V. nota 1, p. 697

9 Resoconto stenografico della seduta n. 125 di Giovedì 23 febbraio 2017, 2017. Audizione del colonnello Luigi Ripani, disponibile al link: http://documenti.camera.it/leg17/resoconti/commissioni/stenografici/html/68/audiz2/audizione/2017/02/23/stenografico.0125.html

10 V. nota 1, p. 738

11 V. nota 1, p. 751

13 Al seguente link è possibile visionare un file PDF dove, da pag. 6 in poi, viene presentata la sequenza fotografica della ricostruzione Bordin dell'omicidio di Aldo Moro, effettuato all'interno della Renault R4: https://www.gerograssi.it/cms2/file/casomoro/DVD40/0673_001.pdf

14 Doc. n. 1146/1, Valutazioni richieste al RIS di Roma circa due note del giornalista Paolo Cucchiarelli, p. 7: https://www.gerograssi.it/cms2/file/casomoro/B169/1146_001.pdf

15 N. 803/146 di prot. I.T.2015. Roma, 31 gennaio 2017, Analisi di balistica, p. 31. Disponibile al link: https://www.gerograssi.it/cms2/file/casomoro/B161/0888-004.pdf


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