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Abdulrahman Salem Milad, detto Bija

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Abdulrahman Salem Ibrahim Milad, nome di battaglia Bija, figura controversa che collaborerebbe con l'Italia per contenere i flussi dei migranti.
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Pubblicato: 11/11/19

Bija Libia



  عبدالرحمن سالمابراهيم ميلاد
   Abdulrahman Salem Ibrahim Milad

   Spesso traslitterato come Abd Al-Rahman al-Milad.

   Comandante della guardia costiera di Zawiya
   Data di nascita: 27 luglio 1986, altre volte riportato solo l'anno di nascita 1989 o 19901;
   Nato a: Zawiya, Libia;
   Altri possibili nomi: Rahman Salim Milad, Amdurahman Salem Milad, Abdurahman Salem Milad;
   Alias:  ,البيدجاal-Bija, Bija, altre volte traslitterato Bidja.

Di cittadinanza libica e membro della tribù Abu Hmeira (altre volte, Abu Hamayra), è nato a Zawiya verosimilmente nel 1989, nel nord della Libia occidentale. Abdulrahman Salem Milad, spesso riportato dalla stampa italiana come Bija, è a capo dell'unità regionale della Guardia costiera di Zawiya, connessa a violenze perpetrate nei confronti dei migranti e accusata di essere in accordo con trafficanti di esseri umani.

   Nel 2009 Bija è cadetto all'Accademia navale, e quando nel 2011 in Libia scoppia il conflitto civile, partecipa agli scontri arruolandosi nelle fila dei ribelli. Viene ferito nove volte, perde un fratello2, viene menomato da una granata alla mano destra che gli porta via dito indice e medio. Nel 2012 è in Germania, e vi rimarrà fino al 2015.

   Rientrato in Libia, Bija assume il controllo del porto di Zawiya, conquistato dalla brigata Shuhada al Nasr del comandante Mohamed Kushlaf, che pure controlla il vicino complesso petrolifero. Godendo dell'appoggio del potente Kushlaf, Bija viene messo a capo della neocostituitasi Guardia costiera di Zawiya che opera – formalmente – per conto del governo di Fayez al-Sarraj.

   Formata da giovani che vanno dai 20 ai 30 anni, la cosiddetta Guardia costiera conta un equipaggio di 37 uomini e ha nella propria flotta una sola imbarcazione: un battello Zodiac di sette metri. Sarà aggiunta in seguito una motovedetta a cui verrà dato il nome Tallil. Successive imbarcazioni saranno regalate ai libici dal governo italiano.

    Bija gestisce l'equipaggio marittimo che, tra tutte le unità della Guardia costiera operanti nella Libia occidentale, registra il maggior successo, vantando il più alto tasso di intercettazione di imbarcazioni migranti. Secondo i dati raccolti dall'OIM (Organizzazione Internazionale per le Migrazioni), la Guardia costiera di Zawiya è responsabile di oltre la metà dei 10.989 migranti intercettati in mare tra gennaio e il 31 giugno 2017.

   Il 20 febbraio 2017 Trtworld.com pubblica un articolo della giornalista Nancy Porsia intitolato The kingpin of Libya's human trafficking mafia3. Nel pezzo, la giornalista accusa Bija di essere il perno del commercio locale di esseri umani, e riporta quanto dichiarato da fonti multiple, cioè che il rapporto tra Bija e il traffico di esseri umani è un fatto di cui gli attori internazionali, tra cui l'Europa, "sono quasi certamente a conoscenza".

   Pochi giorni dopo, il 23 febbraio, a parlare dei traffici di Bija è El Mundo; segue il 2 marzo Askanews.it. Il 29 aprile su Internazionale a fare il nome di Bija è Annalisa Camilli. Il 9 maggio è la volta de Il Fatto Quotidiano. Viene poi Il Mattino, con un articolo subito ripreso da Dagospia nello stesso giorno, cioè il 10 maggio 2017.

   Proprio mentre la stampa italiana comincia a interessarsi a Bija, dal 7 maggio 2017 Bija si trova in Italia. Fa parte di una delegazione che comprende in tutto 16 libici giunti a Roma e poi recatisi in Sicilia in vista di un incontro patrocinato da UE, Ministero dell'Interno italiano, RDPP e OIM. Obiettivo dell'incontro è quello di consolidare la cooperazione tra l'Italia e la Libia di al-Sarraj alfine di ridurre i flussi migratori nell'area mediterranea centrale.

programma visita in Italia Bija
Pubblicato da RaiNews24 durante lo speciale "Il memorandum" andato in onda il 2 e il 3 novembre 2019

   In Italia la delegazione libica visita "Guardia costiera italiana, Croce rossa italiana, centri di accoglienza, Ministero della Giustizia italiano". Ad affermarlo è lo stesso Bija in una intervista pubblicata da Propaganda Live il 25/10/2019. L'uomo aggiunge che "Siamo andati al Palazzo del Ministero dell'Interno e quelli dell'operazione Sophia, siamo andati in tanti altri posti ufficiali".

   Il 7 giugno 2018 il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sottopone Abdulrahman Salem Milad a sanzioni in base alla risoluzione 1970, che prevede il congelamento dei beni e il divieto di viaggio. In Libia, Bija viene sospeso dal suo incarico di capo della Guardia costiera, ma oltre a ciò non vengono presi provvedimenti.

   Il quadro ormai è chiaro. L'Onu sostiene che Bija e altri membri della Guardia costiera siano direttamente coinvolti  nell'affondamento delle imbarcazioni dei migranti per mezzo di armi da fuoco. Bija collabora con altri trafficanti, tra cui Mohamed Kushlaf, che ne assicura la protezione. Diversi testimoni nelle indagini penali hanno affermato di essere stati arrestati in mare da uomini a bordo di una nave della Guardia costiera denominata Tallil e di essere stati portati al centro di detenzione al-Nasr. Qui sarebbero stati detenuti in condizioni brutali e sottoposti a percosse.

   Sono inoltre oramai numerosi i report giornalistici che accusano Bija di vendere i motori delle imbarcazioni sequestrate durante le missioni di intercettazione. Talvolta Bija porta via i motori alle imbarcazioni solo per ripicca, lasciando i migranti in balìa delle correnti. Di Abdulrahman Salem Milad, detto Bija, si dice pure che riceva denaro connesso al traffico di esseri umani e di carburante.

   Il 23 aprile 2019 il capo dell'ufficio investigativo del pubblico ministero, Siddiq al-Sur, emette mandato di arresto contro Bija, considerato membro della criminalità organizzata e contrabbandiere di idrocarburi. Così come per le sanzioni delle Nazioni Unite di un anno prima, anche questo provvedimento si risolverà in un nulla di fatto.

   Il 4 ottobre 2019 Avvenire pubblica le foto dell'incontro tra funzionari libici e italiani avvenuto due anni prima in Sicilia e nel Lazio, facendo scoppiare uno scandalo internazionale. Le foto riguardano in particolare una riunione svoltasi l’11 maggio 2017 al Cara di Mineo. Giorni dopo si scopre che sul sito della Guardia costiera italiana, era stata caricata una foto di gruppo inerente l'incontro del 9 maggio 2017.

   Il 9 ottobre il governo italiano risponde a due interrogazioni parlamentari presentate da Giuseppe Brescia (M5S) e, cofirmata, da Riccardo Magi (+Europa) e Renate Gebhard (Gruppo Misto). "Si evidenzia – si legge nella risposta – che solo con provvedimento del 7 giugno 2018, quindi un anno dopo, il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha disposto le sanzioni internazionali a carico di Abd al-Rahman al Milad: più di un anno dopo, quindi, dall'ingresso in Italia della citata delegazione libica".
 

   Il 26 ottobre 2019, con la stampa internazionale focalizzata sul caso, il ministro dell'Interno di Tripoli emette un altro mandato di cattura nei confronti di Bija. All'interno della nota tuttavia si legge che Bija "non appartiene al ministero dell'Interno, né ai suoi apparati. Fa parte della guardia costiera che appartiene alle forze navali", e che pertanto qualsiasi seria azione nei suoi confronti ricade sulla marina. Pochi giorni dopo, il 29 ottobre, Agenzia Nova riporta che la Guardia costiera libica "non ha ricevuto alcun mandato di cattura per Bija".

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   Note:


1   La data di nascita è ufficialmente sconosciuta, tuttavia l'Interpol la fa risalire all'anno 1989 o 1988. Pagine Facebook libiche ne indicano invece il 1990. Bija stesso, almeno in 2 dei suoi numerosissimi account di social networking, ha impostato la sua data di nascita al 27 luglio 1986. Il profilo di Bija redatto dall'Interpol è reperibile al seguente link: https://www.interpol.int/How-we-work/Notices/View-UN-Notices-Individuals#2018-87275

2   عبدالرحيم سالم ابراهيم ميلاد, Abdulrahim Salem Ibrahim Milad, morto il 6 luglio 2011.

3   È datato 9 gennaio 2017 un precedente articolo di Nancy Porsia apparso su TPI.it in cui per la prima volta viene fatto il nome di Bija in correlazione a crimini, dove l'uomo viene definito  "capo indiscusso del traffico dei migranti". L'articolo è reperibile al seguente link: https://www.tpi.it/esteri/traffico-migranti-libia-2017010927134/

 

   Fonti non citate:

   https://www.ispionline.it/en/pubblicazione/kingdom-militias-libyas-second-war-post-qadhafi-succession-23121

   The Burning Shores: Inside the Battle for the New Libya, Frederic Wehrey (2018)

   https://www.esteri.it/mae/resource/doc/2018/06/dec2018_872.pdf

   https://globalinitiative.net/wp-content/uploads/2018/01/Libya_ISS_Smuggling.pdf - All'interno del testo il nome di Bija è traslitterato Amdurahman Salem Milad.

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